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Tra pochi giorni scatteranno le penalizzazioni per le società deferite alla Disciplinare

Consiglio FederaleSiamo all’imminente resa dei conti. Nei prossimi giorni, al massimo la prossima settimana, scatteranno le penalizzazioni per le società che sono state deferite per inadempienze amministrative.

Nel girone B il Savona rischia almeno due-tre punti di penalizzazione in classifica per inadempienze relative ai mesi scorsi.

Tra oggi e domani saranno discussi i vari deferimenti che riguardano ben 8 club dei tre gironi della Lega Pro.

Le società sotto esame sono:
girone A – Venezia e Novara,
girone B – Savona
girone C – Barletta, Ischia, Savoia, Reggina e Aversa Normanna.

Le otto squadre coinvolte dai deferimento attendono adesso le sentenze del Tribunale Disciplinare che si pronuncerà tra oggi e domani dopo i rinvii e le attese delle scorse settimane.

Le squadre che al momento rischierebbero le penalizzazioni più pesanti militano nel girone C, ovvero: Barletta, Ischia e Savoia.

Il Barletta è sull’orlo del fallimento. Il presidente del club Giuseppe Perpignano non è riuscito a pagare gli stipendi e ha deciso di abbandonare tutto, affidando la procura per la vendita della società a Donato Fanelli, storico capo ultras della tifoseria biancorossa.

Difficile anche la posizione di Ischia e Savoia, già in fondo alla classifica. La situazione più critica sembra proprio quella del Savoia, che rischia una maxi-penalizzazione di 6 punti che porterebbe la squadra di Torre Annunziata all’ultimo posto in classifica, l’unico che decreta la retrocessione diretta.

Intanto il presidente della Lega Pro Mario Macalli ha espresso il proprio parere sui modi e i tempi della giustizia sportiva:

I mali dei club sono quei super manager che spendono male – ha dichiarato Macalli – Il calcio non è un tornio, si deve fare solo quello che si può fare, altrimenti non si va da nessuna parte. Sono stato per 23 anni dirigente di una società di calcio (del Pergocrema, ndr) ed ero orgoglioso di farlo e di identificarmi in quella maglia. Mio padre – ha proseguito Macalli – mi ha insegnato che se hai mille lire, ne puoi spendere 900 ma devi tenerti un margine di sicurezza. Invece in Italia le cose vanno per molti presidenti in un altro modo. Non abbiamo bisogno di grandi manager stranieri che parlano in inglese o altre lingue; se ci si parla in dialetto ci si capisce meglio!.

In questi anni ho visto molte squadre in difficoltà, non ultimo l’Ascoli. Ma i suoi problemi derivavano da stagioni fatte in precedenza in categorie superiori, e come altre società sono poi esplose in Lega Pro, ma non per colpa nostra, piuttosto di chi ha fatto passi più lunghi della gamba in serie A e B. Un presidente con la passione del calcio, come quelli che abbiamo in Lega Pro, possono ambire a gestire con le loro idee una squadra in categoria superiore, ma al contrario almeno cinque di quei super manager non riuscirebbero a farne sopravvivere una nemmeno il Lega Pro.

Noi non abbiamo i soldi che si incassano in serie A e B, ma quel che abbiamo in Lega Pro lo spendiamo bene. Lassù, invece, i soldi li buttano via e si vedono i risultati. Il calcio non è un’isola felice in Italia e segue l’andamento del nostro Paese. Tutto viene dopo gli imprenditori con i loro problemi.

Se qualcuno non rispetta le regole e le scadenze è giusto che sia penalizzato. Se ci sono dei vincoli, i punti vanno tolti. Ma vanno tolti subito e non aspettando mesi come sta avvenendo, altrimenti il sistema non sta più in piedi e i campionati non sono più regolari. Oggi tutti veniamo tacciati di essere dei banditi, con le società che si rivoltano contro la governance.

Se penso al mio appoggio dato al presidente Tavecchio, ribadisco ancora una volta che lo rifarei, e finché avrò voce continuerò ad appoggiarlo. La Federcalcio secondo me funziona bene, punto. Il caso Parma non è colpa di Tavecchio; la situazione che si è creata a Parma deriva da tempi in cui i dirigenti erano altri».

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Pubblicato da il Apr 9 2015. Inserito nella categoria Tuttolucchese. Puoi seguire le relative risposte tramite RSS 2.0. Puoi lasciare un commento a questo articolo

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