Settore giovanile rossonero. Morgia lascia: “Impossibile lavorare così“
Nella giornata odierna, come annunciato ieri, mister Massimo Morgia, responsabile del settore giovanile della Lucchese 1905 si e’dimesso.
Ecco le sue dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa quest’oggi, presso la Casa Del Boia, a Porta Elisa, in Via dei Bacchettoni.
Secondo le parole dell’ormai ex dirigente, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il mancato tesseramento di alcuni giocatori, tanto che la squadra del 2010, al momento, ha in organico solamente 11 giocatori.
Morgia ha parlato di una profonda crisi in atto che riguarda il club rossonero e, a quanto pare, nemmeno gli sforzi profusi in questi ultime mesi non sono valsi gli sforzi per rimettere in carreggiata la situazione.
Mister Morgia, apparso amareggiato profondamente ma intenzionato a sviscerare tutti i limiti di questo progetto, ha dichiarato.
“Ho sempre evitato perché non volevo rovinare il rapporto che negli anni si è creato tra me, la mia famiglia, la tifoseria e la città di Lucca, purtroppo certe volte il mondo del calcio è capace di farlo.
Mi sarebbe però piaciuto tornare nel settore giovanile – ha proseguito Morgia -, pensando che sarebbe stata una cosa meno faticosa a livello mentale ed invece, mi ero profondamente sbagliato”.
Ho sempre evitato perché non volevo rovinare il rapporto che negli anni si è creato tra me, la mia famiglia, la tifoseria e la città di Lucca, purtroppo certe volte il mondo del calcio è capace di farlo.
Mi sarebbe piaciuto tornare nel settore giovanile rossonero, pensando che sarebbe stata una cosa meno faticosa a livello mentale ed invece, mi sono profondamente sbagliato.
Sono riuscito a parlare con il presidente Bulgarella solo a fine stagione, a causa dei problemi di salute che ha avuto.
Ho espresso al presidente i problemi che stiamo affrontando e la mia, conseuente, intenzione di abbandonare il progetto.
Il presidente però non era convinto e anzi ha rilanciato, dicendo che avrebbe voluto affidarmi tutto il settore giovanile, non solo la parte tecnica.
Di fronte a questa richiesta fatta con il cuore, un po’ spinto dal valore di una persona come Bulgarella, ma anche per l’amore alla maglia della Lucchese, ho deciso di accettare e proseguire nonostante non avessi esperienza nel settore.
Morgia realizza un programma dettagliato per il recupero del settore giovanile, insieme ad un “ipotetico” budget finanziario: “Ipotetico perché non essendo padrone della materia, ho tirato giù qualche cosa con l’aiuto di amici sparsi per l’Italia che dirigono settori giovanili o che fanno campionati di serie C”.
Il lavoro di mister Morgia per la rifondazione del settore giovanile della Lucchese ha inizio, istruisce la squadra degli allenatori, cerca i collaboratori mancanti, svolge riunioni su riunioni ricordando a tutti che quest’anno sarebbe stata un anno di sacrificio.
“Sui campi di allenamento abbiamo passato giorni e giorni con l’assessore Barsanti in Comune – precisa -. Ho lottato fino allo spasimo per avere per avere i campi di Sant’Anna e San Vito.
Ho anche detto loro che erano stati fortunati che non ci fossi stato nell’anno precedente a dirigere il settore giovanile, quando si sapeva che l’impianto storico dell’Acquedotto sarebbe stato interessato dai lavori, avrei fatto una lotta incredibile per avere da subito in concessione altre strutture.
Perché non è possibile che la mia Lucchese possa rimanere senza campi di allenamento, quando viene espropriata della sua storia.
Invece Fabio Barsanti mi ha detto che la cosa è stata accettata tranquillamente dalla società. Se era per me io sarei venuto con la squadra in piazza Anfiteatro e gli avrei fatti allenare li”.
Morgia riesce tramite amici, ad ottenere l’utilizzo del campo di Farneta dove svolge gli allenamenti con il settore Primavera e Allievi, circa 70 persone da portare con un solo pullmino.
“Lo abbiamo fatto spinti dalla voglia e dalla passione che ci lega a questo sport. Non credo alle lamentele continue e ogni volta l’anno scorso era sempre un lamentela. Non si può lavorare con i giovani con continue lamentel. “Mi sono avvicinato all’imprenditoria lucchese, per trovare investitori e alcuni li ho fatti parlare direttamente con il presidente. Nella mia testa volevo rendere indipendente il settore giovanile perché per me il settore giovanile è un fatto sociale e coinvolge tutta la società. Io provengo dai quartieri più malfamati di Roma e a me il calcio mi ha tolto dalla strada e forse anche dalla galera. Il calcio è aggregazione, lo sport è un inizio alla vita, ha delle regole”.
L’anno scorso mister Morgia trova 30 giocatori da ospitare nel convitto, con tutto quello che ne deriva in fatto di spese societarie. Piano piano il numero si è ridotto fino a diventare solo 6.
“Quando ci hanno consegnato il campo di San Vito ho potuto iniziare a far allenare i 2010 e i 2011 – spiega Morgia -. Il campo è stato disponibile grazie al lavoro di due dipendenti della squadra che l’hanno messo a posto, mentre negli spogliatoi mancava l’acqua calda. Siccome era giorni molto caldi abbiamo pensato di far fare ai ragazzi la doccia fredda, con l’approvazione dei genitori. Tutto sembrava risolto stava proseguendo nel migliore dei modi”.
“Venerdì 13 settembre ho saputo che Bulgarella era a Lucca e ho chiesto di vederlo – dichiara Morgia -, perché lunedì sarebbero iniziati i campionati e lui sarebbe stato disponibile a firmare un regolare contratto e il tesseramento. Io l’anno prima non ho voluto essere tesserato e firmare il contratto. Il 17 settembre mattina ho dato le dimissioni, questa è la sequenza temporale.
Il presidente non mi ha risposto ci siamo parlati il sabato, quando c’era una partita amichevole, un torneo triangolare e gli ho fatto presente che c’erano dei problemi perché i 2010 erano pochi e rischiavano di fare figure del cavolo quando sarebbero iniziati i campionati.
Bulgarella mi ha risposto che ha firmato quello che gli hanno fatto firmare. Arrivato al campo il segretario Tommaso Barale mi dice che l’ha contattato la segretaria che gli ha detto che per ordine del presidente, tutte le trasferta della primavera, a parte Catania e Catanzaro, dovranno essere effettuate in una sola giornata.
Io a quel punto ho proprio perso la testa. Ho rivisto i fantasmi dell’anno scorso”.
Finita la partita Morgia ha un altra delusione: “Ci doveva essere l’allenamento del 2008 e 2010, arrivo al campo e trovo l’allenatore Alessandro Tempesti che mi dice che ci sono solo 11 giocatori a disposizione, senza neanche il portiere di riserva.
I ragazzi non c’erano perché non sono stati tesserati, perché per essere tesserati c’era un premio di preparazione da pagare”.
Le società sportive che mandano i ragazzi alla Lucchese possono chiedere, infatti, un indennizzo di preparazione, indennizzo che, probabilmente, è facile ipotizzare che non sia stato pagato, almeno secondo le parole del mister.
“Io ho presentato immediatamente le dimissioni, era una questione di rispetto – precisa -, ho fatto semplicemente quello che bisognava fare.
Questi sono semplicemente i fatti. Ho provato a contattare Lo Faso ma mi ha spiegato che il settore giovanile era una cosa che riguardava soltanto me e il presidente. Lui non sapeva niente. Ha chiesto se ci si poteva vedere ma io gli ho detto che oramai il tempo era scaduto”.
Si è concluso quindi il rapporto fra Morgia e la Lucchese. Quale futuro, adesso, per il settore giovanile?
La società ha annunciato che a breve comunicherà ufficialmente il nuovo responsabile del settore giovanile rossonero.
Attendiamo sviluppi, ma le cose non sembrano andare per il meglio.
L’uscita di scena di una persona come Morgia da molto da pensare, visto l’attaccamento e la devozione per la causa rossonera che da sempre a contraddistinto l’ex giocatore rossonero, lucchese di adozione, ma ormai e da tempo uno di noi.
Questo abbandono lascia l’amaro in bocco e molti, ma molti interrogativi riguardo al prossimo, imminente futuro del settore giovanile rossonero, ma non solo.
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Le motivazioni di Morgia sono comprensibili e perfettamente giustificate, ma avrei aspettato che il mio interlocutore privilegiato fosse guarito per parlarne direttamente con lui prima di prendere una simile decisione.